Episode Transcript
[00:00:00] Speaker A: Buongiorno.
[00:00:01] Speaker B: Buongiorno, ciao.
[00:00:01] Speaker A: Ciao Michelangelo, siamo di nuovo qua per il secondo episodio di questa full immersion nel teatro. Sei contento?
[00:00:08] Speaker B: Sono contento, sono un po' vivo la paura chimicamente però mi serve perché tutti gli attori hanno paura poco prima di andare in scena. Io andrò in scena domenica 22 al Teatro della Tossa per cui si avvicina una scadenza, un countdown.
Ogni giorno si dorme di meno.
però serve, la paura serve perché con la paura si lavora e si è più disciplinati per cui ad esempio mi alzo la mattina, l'attore ha una sua disciplina e faccio... tu sai bene come comincio la mattina, posso dirlo?
[00:00:40] Speaker A: Questa è una cosa interessante, mi hai rubato già una domanda, mi hai bruciato la domanda.
[00:00:44] Speaker B: Vai, vai, vai, scusa, scusa.
[00:00:46] Speaker A: No vabbè, la domanda è...
[00:00:48] Speaker B: Il regista fa la domanda all'attore, l'attore al regista.
Regista Paolo Serra, io sono Michelangelo Pulci, l'attore, prego.
[00:00:54] Speaker A: Allora, nel primo episodio vi abbiamo parlato della fase diciamo un po' pre-produttiva di uno spettacolo teatrale, in questo caso di un monologo teatrale, che è quello dell'adattamento nel nostro caso, perché si tratta dell'adattamento di un canto di Natale di Charles Dickens. In altri casi si può partire appunto dalla scrittura di un testo originale, nel nostro caso un adattamento.
Poi cosa succede dopo, quando c'è un testo? Succede che il regista si mette lì nella sua stanzetta e inizia a immaginarsi quello che potrebbe succedere, inizia a immaginarsi come tradurre questo testo in uno spettacolo vero e proprio, una performance live. Mentre l'attore si mette lì e immagino che la prima cosa che faccia è quella di studiarsi il copione. Ma oltre a fare questo, l'attore ha tutta una sua disciplina e qua ognuno ha un po' i suoi modi e le sue abitudini.
Michelangelo in particolare ha una disciplina ferrea, posso definirla ferrea?
[00:01:53] Speaker B: Ma tutti gli attori ce l'hanno in realtà.
[00:01:56] Speaker A: Tutti gli attori, però secondo me ognuno ha un po' il suo metodo, la sua routine e mi interesserebbe molto, anche se un po' la conosco già, mi piacerebbe che condividessi con il pubblico che ci ascolta la tua routine, la tua giornata tipo.
[00:02:11] Speaker B: Allora, partiamo da un presupposto. Paolo Grassi di Milano, Actor Studio, la scuola di Londra di Judd Charlton, l'attore che ha fatto prima Il Canto di Natale, prima di noi.
In ogni scuola di recitazione le prime cose che ti dicono è l'attore deve pensare con il corpo.
Che vuol dire penso col corpo? E' come dire a un calciatore Totti pensa coi piedi, Cassano pensa col piede destro e Totti con tutti e due.
Che vuol dire? Vuol dire che in effetti non devi essere solo celebrale ma cercare con tutto il corpo di far vivere una battuta, una frase, trasformare tutto in azione.
E quando c'è un testo scritto è una pagina, sono parole, no? Ad esempio, Scrooge vide entrare dalla porta sempre più vicino a sé il fantasma di Marley. Questo è scritto, no? Però dentro c'è già una paura.
Scrooge vede da una porta che entra un fantasma.
Come lo traduciamo fisicamente? È un'azione, l'osservazione.
Guardo una porta ed è il gioco dell'immaginazione, il gioco del bambino.
[00:03:25] Speaker A: E quindi in questo senso il lavoro dell'attore diventa anche un po' un gesto atletico in qualche modo.
[00:03:31] Speaker B: Sì, sì, e per fare un gesto atletico ci vuole la disciplina. Disciplina significa, lo traduco velocemente, Mi alzo al mattino, ore sette e tre quarti, di solito c'è la sveglia, mi metto a testa in giù dieci minuti in una posizione yoga per far andare il sangue al cervello, che aiuta il sangue. Poi metto sull'acqua dei suffimigi, cioè i vapori caldi, perché bisogna...
Cosa sono i suffimigi? I suffimigi sono i vapori caldi che...
[00:03:57] Speaker A: Quelli che mia nonna chiamava i fumenti.
[00:03:58] Speaker B: Il bravo, i fumenti, che è indispensabile per l'attore avere delle corde vocali umidificate, questi vapori terribili fastidiosissimi, 10 minuti. Dopodiché doccia ghiacciata, perché l'attore non ha un sindacato vero, per cui dovete sapere che non si può ammalare. Ah questo è vero.
Per non ammalarsi l'attore deve fare la doccia ghiacciata perché così alza il livello immunitario e deve anche difesa immunitaria e resistere a qualsiasi sforzo.
[00:04:32] Speaker A: Ora diciamo però anche questo, questo è diciamo un po' il tuo itere, la tua routine, non è che per tutti deve essere così, però è importante che ci sia una preparazione in generale.
[00:04:43] Speaker B: E poi allenare i muscoli della lingua passandoli sui denti, parlare velocemente, queste sono le cavolate e poi si passa al lavoro vero, quello più difficile che è immaginare.
[00:04:56] Speaker A: Dovete sapere che molto spesso Michelangelo si presenta alle prove e anche prima dello spettacolo con una penna in bocca e inizia a parlarmi e a parlare non solo a me che ormai io ci sono abituato non ci faccio più caso ma a tutti, a tutta l'umanità circostante con una penna in bocca.
[00:05:13] Speaker B: Prima usavo una supposta abbiamo una penna e non era sempre in bocca pensa tu ma ora ora sono passato alla.
[00:05:21] Speaker A: Penna in bocca questa ovviamente la tagliamo guadagniamo tempo la teniamo mi sa che la tiene mi sa che la tiene.
[00:05:29] Speaker B: Sono rovinato rovinato anche questo è il metodo sì ho avuto l'insegnante la supposta molto importante per l'azzurro in vero No, è vero perché se tu metti una matita e una penna di traverso, adesso faccio un esempio con una matita qua che sicuramente mi prendo malattia, ecco.
[00:05:50] Speaker A: La.
[00:05:50] Speaker B: Metto in bocca così e faccio un 33-30 entrando, uno 30 tutti e 33 tozzerlando. Ho una penna in bocca ragazzi.
[00:05:58] Speaker A: Ecco, voi dovete immaginarvi che noi ci incontriamo nel teatro dove dobbiamo fare lo spettacolo, ci diamo appuntamento, arriviamo, di solito ci sono o il direttore del teatro, i tecnici o le maestranze del teatro e Michelangelo si presenta così, con la penna in bocca, buongiorno.
[00:06:15] Speaker B: Fortuna c'è Paolo Serra che è il regista, che è la parte seria che interagisce con i vari gestori dei teatri.
Il lavoro dell'attore, ora sembra che scherziamo, però un po' credo anche per gli sportivi, c'è il lavoro atletico, poi c'è il lavoro mentale, perché si parla di quattro muscoli fondamentali dell'attore, che l'attore deve allenare in continuazione. Uno è l'innocenza del bambino.
Devi allenare questo muscolo, pensare che tu, ecco perché spesso io sembro ridicolo nei confronti di Paolo, perché devi tornare bambino per andare in scena a fare l'attore, se no non credi, quando eravamo bambini credevamo che dentro la tenda della mamma ci fosse la tenda degli indiani, il marmo, il pavimento di marmo era una prateria su cui ci buttavamo, saltavamo, non sentivamo dolore perché per noi credevamo veramente che il pavimento di mano...
[00:07:12] Speaker A: C'era quel gioco che funzionava così, facciamo che eravamo degli esploratori, facciamo che eravamo.
[00:07:19] Speaker B: Guarda hai detto esattamente questo, facciamo finta che, infatti è la seconda, il secondo muscolo che è l'immaginazione. Immaginare, se io adesso vi dico limone, pensate a un limone, è l'esercizio più banale, però adesso aprite questo limone, togliete un po' la buccia, Passatela sulle gengive, sui denti e adesso spremetela un po', sentite questo acido sui denti, è una parola che suscita una reazione psicofisica, questo l'attore deve fare, deve sentire lo stomaco che si rigira o deve pensare la parola mamma.
Vedi, se io penso mamma, voi pensate alla vostra mamma, pensate alla vostra mamma e pensate che è lì sul letto gli ultimi 60 secondi di vita e voi avete 60 secondi per dirle qualcosa.
Che le dico alla mamma che se ne sta andando per sempre? Avrei voluto dirle tante cose, avrei voluto parlarle, avrei voluto...
Mentre penso alla mamma, magari sto parlando del traffico a Napoli, però bianco.
[00:08:31] Speaker A: Anche questo episodio lo stiamo concludendo in allegria.
[00:08:36] Speaker B: Perché in effetti se io ho avuto una carriera principalmente comica, a parte gli inizi nell'horror con Pupi Avati, però si mi conoscono per i Cavalli Marci, Ciro, Colorado, quello che faccio un pompero, ciao sono Mario eccetera, Lazio, Lazio, però sono anche un attore drammatico e un canto di Natale di Charles Dickens è a livello da 1 a 10 di difficoltà è 12 di difficoltà perché devi ridere, piangere, come faccio a piangere di fronte agli altri a comando? Vuoi fare l'attore? Devi piangere, devi denudarti davanti agli altri. Questa è la cosa difficile, per cui c'è una vulnerabilità.
[00:09:20] Speaker A: Allora adesso ci spieghi come si fa a piangere a comando e chiudiamo questo episodio con un bel pianto, perché noi ci piace chiudere così.
[00:09:27] Speaker B: In questo momento Paolo Serra mi sta strizzando le palle.
[00:09:35] Speaker A: Piangi, piangi!
[00:09:35] Speaker B: Oddio!
[00:09:36] Speaker A: No!
[00:09:36] Speaker B: Il perizoma, no! E poi mi concentro sulla Roma di Juric, soprattutto il perizoma di Juric e li piango.
[00:09:47] Speaker A: Va bene, insomma, siamo a questa seconda fase, siamo partiti dall'adattamento, adesso stiamo parlando di cosa succede prima ancora di andare a fare le prove. Forse la prossima volta parleremo di questa terza fase che è quella di mettersi lì e fare le prove. Perché ridi? E' così, no?
[00:10:05] Speaker B: Poi pensavo alla mano sulle palle per farmi piangere.
[00:10:09] Speaker A: Ci salutiamo?
[00:10:09] Speaker B: Sì, salutiamo e concludo con l'ultimo muscolo dell'attore.
[00:10:14] Speaker A: Sei sicuro?
E' una radio... ci sono degli studenti...
[00:10:18] Speaker B: Ho detto palle, ma non pensate...
Innocenza del bambino.
U, due, l'immaginazione, immaginare. Due, la vulnerabilità, cioè essere... accettare la possibilità del rischio. Il bambino gioca su una terrazza, se ne frega se vola di sotto. Sapere che tutto questo gioco è pericoloso.
potrà cadere di sotto, potrà andar bene, andar male, te ne devi fregare. E quattro, il muscolo, allenare tutti i giorni per l'attore la concentrazione.
Stare per un'ora e mezzo da solo su un palco, adesso sentite, parlando così mi sono ogni tanto impappinato, ho detto uno sbagliato.
Sul palco no, perché c'è gente che paga un biglietto. Un attore non deve essere bravo, deve essere eccezionale.
Un attore non può sbagliare davanti agli altri, o se sbaglia deve fare in modo che quell'errore non sembri un errore, deve essere così bravo da improvvisare.
[00:11:15] Speaker A: Se volete verificare che questo accada veramente, venite il 22 alle 18.30 al Teatro della Tosse, Per scoprire che non è vero ogni tanto Michelangelo si impappina.
[00:11:29] Speaker B: Grazie al muscolo della concentrazione riesco a far credere che quell'impappinamento sia voluto.
L'importante sia quello che il personaggio è uno che...
quel momento. Sono Elio e le storie attese. Ciao.
[00:11:48] Speaker A: Questo è quello che io chiamo includere l'errore, includere l'incidente nella performance. Bene, dai, qualche cosa l'abbiamo detta.
[00:11:57] Speaker B: L'abbiamo detta. Secondo blocco finito.
[00:11:59] Speaker A: Andata. Alla prossima.
[00:12:01] Speaker B: Alla prossima. Un canto di Natale di Charles Dickens 22.
[00:12:04] Speaker A: Alla tosse.